venerdì 17 agosto 2012

Palio Marinaro 15 Agosto 2012 - Dal campo di regata ...

Il Palio Marinaro del 15 Agosto 2012 ha visto la partecipazione di numerose imbarcazioni in un giornata di vento sufficiente per far divertire tutti gli equipaggi; di seguito la cronaca di alcuni regatanti, primo fra tutti il vincitore del Palio Giuseppe Coppedè con il suo Classe A "Karogna Togata ITA 1040".

Classe A

Inutile negarlo, ma qualsiasi sia il suo livello, il solo fatto di dover difendere un trofeo mette una certa apprensione in corpo. E quindi stamani eccomi qui in acqua molto presto, arrivo sulla linea della partenza per primo, addirittura in contemporanea della barca giuria. Studio le condizioni e i piccoli segnali che possono apparire all’orizzonte; che per i “locali” hanno la valenza di segnali premonitori per quello che può accadere nella giornata. Che ne so, ad esempio il grado di nitidezza della Punta Bianca ( si presuppone che arrivi un buon maestrale), oppure si riesce a vedere in maniera inconsueta Livorno e le colline retrostanti ( ecco che dovrebbe arrivare vento dai quadranti meridionali), un’occhiatina alle correnti, alla formazione delle nubi sulle Apuane o piuttosto al largo. Insomma dai, diciamocela chiaramente, nell’epoca di internet basta andare sul sito del Lamma e tutto questo viene specificato ad intervalli di 60 minuti. Intensità e direzione del vento, moto ondoso, e quant’altra cosa possa servire; e questo rito diviene forse inutile. Forse serve soltanto per sciogliere la tensione …. forse. Intanto la flotta aumenta piano piano.




Sinceramente mi interesso soltanto dei classe A, in quanto date le caratteristiche del percorso, non vedo altre barche pericolose. Al segnale dei cinque minuti il lotto dei papabili per la vittoria in tempo reale ( il Palio si aggiudica su tempi compensati e pertanto ipotizzarne il vincitore è una vera lotteria), secondo le mie previsioni sia chiaro, si restringe a Corrado “ma France” che quest’anno con la vela nuova corre come una lepre in tutte le andature e con tutte le condizioni, Enrico che ultimamente non si è visto molto alle regate ma è uomo di esperienza e sempre da temere, Benedetto reduce da un ininterrotto allenamento che praticamente è iniziato l’anno scorso con l’acquisto della barca ad ottobre e da allora,impegni di lavoro permettendo, non ne è più disceso, Marco “ Landscaphe” anche lui con vela nuova e ultimamente diventato un abituè del podio, eppoi ci sono io. I cinque minuti sono già stati dati, poi i 4 con bandiera nera, pertanto occhio alla partenza anticipata. La qual cosa non è affatto difficile in quanto si parte con una andatura di bolina larga e tutta la flotta spinge che è una meraviglia. Si fanno i soliti giochetti per cercare la posizione migliore. Già ma qual è la posizione migliore? In barca giuria c’è un affollamento incredibile con barche di ogni tipo e quindi barche che hanno reazioni e comportamenti diversi. Partire da lì significa andare a cercarsi guai. Cerco di scivolare a centro linea e possibilmente non coperto. Sembra facile a dirlo, un po’ più difficile a farlo. Ad un certo punto una “S” un po’ troppo avanti, per evitare di uscire dall’allineamento di partenza,  comincia a poggiare con il rischio di essere inforchettata dal mio scafo sopravento. E’ bastato un piccolo schiarimento di voce e “penne agli scampi” ritorna prudentemente sulla sua giusta rotta. Non c’è tempo per vedere dove sono gli altri. Vedo solo Corrado sottovento in prossimità della boa. Libero ma abbastanza sotto e questa è l’unica positiva percezione che riesco a realizzare. Suono continuo, ammainata delle bandiere …SI PARTE. Cazzare la randa a morte e via. La “Karogna” accellera che è un piacere. L’andatura è allegra ma non troppo. Bastano comunque pochi minuti per avere un quadro rassicurante della situazione. In pratica sono davanti a centro flotta, Marco è sopravento anche se leggermente indietro, Corrado dietro e sottovento, Enrico allineato dietro me ma abbastanza lontano, Benedetto lo intravedo tra le vele delle derive. E’ chiaro che queste sono le mie percezioni, forse falsate dall’eccitazione del momento e quindi è la mia visione della regata. Ancora alcuni minuti e lo “sfilacciamento” della flotta è evidente. I classe A cominciano a distanziare gli altri mentre la boa si avvicina. Non c’è un gran vento, almeno per me. Corrado e Marco invece se ne stanno al trapezio. E proprio ad un centinaio di metri dalla boa sento, non mi giro per non perdere concentrazione, ma sento lo sciabordio di uno scafo sull’acqua che mi sta raggiungendo e sorpassando. E’ “Landscaphe” che piano piano mi supera e si accinge a passare per primo la boa, ed anche Corrado si è fatto molto sotto. Tutto sommato sono abbastanza tranquillo..no dai tranquillo no.. ma consapevole che con questo venticello in bolina di più non posso dare. Si inizia la poppa che ci porta a terra in prossimità della Capannina. Questi i passaggi alla bolina. Marco, io, Corrado, Enrico e Benedetto. Degli altri sinceramente mi disinteresso. Qualche strambata per scendere verso l’altra boa  ed a metà poppa passo in testa, uno sguardo dietro e vedo che il vantaggio aumenta, da questo momento concentrarsi sulla conduzione della barca ed affrontare l’andatura che  normalmente mi vede abbastanza veloce, non curare gli avversari, poi in boa si tireranno le somme. Che tornano meravigliosamente. Passata a la boa, messa la prua verso il pontile si percepisce subito che il vento è aumentato, quindi velocemente (si fa per dire, tra il trapezio che non trovo, le scotte ingarbugliate fra le gambe, le regolazioni di base e rotazione albero  da fare ) mi metto al trapezio e piacevolmente lo scafo sottovento mette la prua a filo d’acqua. Uno sguardo dietro e le posizioni non sono cambiate, è soltanto aumentato il vantaggio sugli altri. E niente cambia sino alla boa davanti al pontile di Forte. Superata la quale punto su quella posizionata al Cinquale. Il fatto di essere arrivato presto sulla linea di partenza, mi ha consentito ad esempio di visualizzare la posizione delle prime boe evitando poi una navigazione intuitiva ( indicazione che Lamma non dà) . L’andatura è sempre di bolina, non strettissima, e quindi la barca esprime al massimo la sua potenza in un giusto equilibrio tra angolo al vento e velocità. Sembra un Mas, come direbbe l’amico Mimmo. E questa è la prima parte della regata. Adesso viene il bello ( eufemisticamente parlando) in quanto la boa fuori Marina di Massa non si vede. Cazzo ancor di più, continuo su questo bordo stringendo il più che posso. Il che sinceramente non è molto o quantomeno non è sufficiente per mantenere il più che ragguardevole vantaggio accumulato sui primi inseguitori, Marco e Corrado. Inevitabilmente cominciano a farsi sotto. Non tanto Marco ma Corrado che nonostante un andamento altalenante a sali e scendi , a volte lo scafo sopravento gli sale in cielo; comincia a risalire al vento in maniera impressionante. Non posso farmi già prendere dallo sconforto. Dai tieni duro, concentrati e guarda davanti. A questo punto intravedo un punto arancio in linea con le gru del porto di Marina di Carrara. La boa. Indubbiamente è la boa da girare. In quanto sull’orizzonte non si vede niente ed a scendere verso terra è il primo oggetto che somiglia ad un oggetto cilindrico. Bene teniamo come punto di riferimento la gru che è ben più visibile, e tutto sommato mi va anche bene perché sembra che riesca a raggiungerla con un bordo unico. Già ma anche Corrado sembra che possa raggiungere me. Il vento, nella zona dove pensavo che rafforzasse, sta calando vistosamente e sono costretto ad accartocciarmi tra la traversa e la sartia,raggomitolato dò qualche poggiatina in modo da far accelerare il cat che allora mette lo scafo sopravento fuori dall’acqua ed inizia ad orzare. Piano piano evitando di piantarsi prua al vento, e così via con questo giochino massacrante per le gambe, per la schiena e principalmente per il cervello. Inutile negarlo i miei 95 kg fanno valere il loro “peso”. Corrado mi ha raggiunto… no …  quasi raggiunto. Distanziati da una trentina di metri continuiamo a navigare per un tempo che mi sembra interminabile. Stranamente riesco a tenerlo a questa distanza e la boa si avvicina meravigliosamente. Dai che ce la faccio…. e zacchete la frittata. Un attimo di deconcentrazione e mi passa sopra vento. Non c’è tempo per recriminare, ma data la vicinanza della boa occorre subito pensare a come girarla. Meno male. La testa viene presa dalla prossima manovra e non c’è spazio per demoralizzarsi. Vedo che “ma France” si avvia velocemente al passaggio in boa. Troppo velocemente in quanto siamo un pò alti e Corrado  è al trapezio con lo scafo sopravento bellamente fuori dall’acqua. Tra il pensiero e l’azione una frazione di secondo. Adesso ti frego io, mi sono detto. Rientro in barca circa trenta metri prima della boa in maniera tale che non appena passata riesco a lascare carrello e randa, una manciata di secondi di vantaggio sulla manovra che però mi permettono di scendere subito nel vento avvantaggiandomi su Corrado che nel frattempo è andato sopravento ed in posizione parallela. Se stai calmo è fatta; mi sono detto. Adesso abbiamo una poppa dove i ruoli di lepre si invertono e quindi basta difendere la posizione. NIENTE CAZZATE MI RACCOMANDO.  C’è stato un tentativo di superamento da sottovento ma visto che rischiavo di incartarmi ho subito desistito ed ho rimesso la prua alla poggia, riuscendo a scivolare nel letto del vento ed ad allontanarmi. Poppa brevissima che non ha permesso un grande incremento del vantaggio acquisito, ma sufficiente per permettermi un tranquillizzante controllo sull’ultimo lasco sino all’arrivo. ITA 1040 STOP. Hip hip urrà, urrà. E’ fatta. 50 minuti e 35 secondi, dal gommone gridano che è record sul percorso Forte dei Marmi/Marina di Massa. Manco li sento, quello che ancora sento è il rumore dello scafo di “ma France” che mi è arrivato a 10 secondi. Che gran regata, che gran divertimento. Bravo Corrado. Gli altri da un certo momento, purtroppo per loro, troppo lontani per poter descrivere la loro regata. 

KAROGNA TOGATA ITA 1040


Formula 18

Oh...... !!! Finalmente una regata in cui confrontarsi con un altro Formula 18 ! E' tanto che aspettiamo questo momento ... basta vittorie facili in cui ci troviamo da soli con il nostro Tiger a regatare.
Gli stimoli non mancano, sapendo che dovremo batterci con i nostri amici dello Yachting Club Versilia, Massimiliano ed Ettore sul Tiger terrazzato; un equipaggio molto forte con venti moderati, ma sappiamo di poter dire la nostra se sfruttiamo il nostro Tiger ITA 495, almeno con venti leggeri come oggi, anche se con raffiche.
Ore 10.00, Daniele, il mio prodiere ha già effettuato l'iscrizione ;ore 10.35, Il nostro Cat, con grande sorpresa è già armato, manca solo di derive e circuito randa, ed è pronto ad entrare in acqua: buon segno, Daniele quest'oggi è molto carico ! Il tempo di ultimare gli ultimi preparativi e controlli; uno sguardo alle istruzioni di regata, qualche considerazione sul vento... e via... si parte... prua verso  Forte dei Marmi !
Arriviamo in prossimità della barca giuria, davanti al Pontile con buon anticipo e Karogna Togata è già lì a prendere i suoi punti di riferimento, per difendere in tutti i modi il Palio Marinaro di cui è detentore; stessa cosa facciamo noi, prendiamo i punti di riferimento in particolare per le strambate con gennaker che ultimamente ci ha messo  in difficoltà.... intanto si incominciano ad intravedere diverse derive e Cat che si avvicinano; la giornata sembra promettere bene sia come condizioni meteo che come numero di partecipanti. Ci avvisano che la partenza sarà unica e senza rientro dagli estremi, quindi occhio !
Nel frattempo arrivano anche i nostri amici del Tiger che affianchiamo ed accogliamo ...." ciao , ci sentivamo soli .... !", pronta la risposta " non vi preoccupate, ci pensiamo noi a farvi compagnia ... ! " ed ha inizio così una schermaglia, per altro leale e di grande simpatìa e che rende più stimolante la partecipazione al Palio. Certo vedere il Tiger terrazzato con gennaker issato... fa impressione ... ma noi non ci facciamo certo intimorire. 
Per scelta la nostra sarà una partenza defilata, considerato il discreto numero di imbarcazioni in acqua e dato che non sarà facile domare in partenza il nostro Cat con l'aria frizzante ... così ci accodiamo alla flottiglia sempre più compatta e numerosa che nell'ultimo minuto dal via si avvicina mure a dritta alla linea di partenza... ci siamo, cerchiamo di non ingrovigliarci nel mucchio e come previsto ci defiliamo verso la boa di partenza cercando di stare abbastanza alti, mure a dritta ma lontani da possibili contatti ... tagliamo la linea di partenza insieme al gruppo e facendo poggiare il Cat cominciamo a prendere un pò di velocità ; per poter girare la prima boa dovremo fare una virata in più ...  i nostri amici avversari sono poco distanti, sopravento ma sono lì ... sono partiti meglio ma su una layline abbastanza stretta.
E' il momento di virare e portarsi mure a sinistra, l'incrocio con uno dei cabinati che partecipa al Palio e naviga mure a dritta è mozzafiato ma tutto fila via liscio. Nel frattempo l'altro Tiger si appresta a girare la prima boa, ma qualcosa non va per il verso giusto e sono costretti a strambare prima di prendere la boa; è il momento cruciale della regata... approfittiamo per virare e riportarci mure a dritta per affrontare la boa, passiamo prima dei nostri avversari e grazie al gennaker prendiamo una buona velocità per scendere sulla seconda boa. Cerchiamo di scendere il più possibile in velocità e ci prepariamo alla strambata per puntare alla boa sottocosta; la strambata è perfetta e andiamo in velocità ad affrontare la boa, giusto il tempo di surfarae sulle onde, ammainata veloce del gennaker e ci mettiamo in andatura di traverso con buona velocità puntando dritti al cancello posizionato davanti al pontile di Forte dei Marmi. Intanto si stanno facendo sotto i nostri amici avversari del Tiger,  il vantaggio non è così consistente ma riusciamo a oltrepassare il cancello per primi.Da qui inizia una bolina lunghissima che ci porterà alla boa di fronte alla spiaggia di  Cinquale e tra orzate , poggiate e sbandamenti di scafo riusciamo a mantenere il vantaggio guadagnato.
Raggiunta la boa al Cinquale, sappiamo solo che dobbiamo puntare al largo verso Marina di Massa, la boa è abbastanza fuori e in lontananza riusciamo solo a vedere il classe A di Benedetto, ben visibile per il suo colore giallo; il Classe A è già lontano da noi, ma della boa nessuna traccia all'orizzonte, così cerchiamo di stringere il più possibile cercando di non perdere velocità; le onde e le raffiche intanto rendono la risalita più difficile con i nostri amici sempre in agguato... non mollano ...
Tra sbandate sottovento e orzate a correggere la rotta, finalmente intravediamo una boa in lontananza.... è un punto di riferimento lontano, ma aiuta a tenere la rotta. I nostri amici del Tiger terrazzato sono un pò più sotto a noi seppure non troppo lontani, dobbiamo mantenere angolo e velocità ...ma la prendiamo o no questa boa ? qualche raffica in più in avvicinamento aiuta  a stare abbastanza alti e finalmente con un sospirone possiamo dirlo " ok , la prendiamo ". Intravediamo anche la boa sottocosta e l'arrivo dove intanto i Classe A hanno già tagliato il traguardo. La concentrazione è massima, se non sbagliamo la parte finale col gennaker è fatta ; giriamo la boa abbastanza vicini senza perdere acqua, poggiata e via di gennaker; la discesa è rapida e raggiungiamo  velocemente la boa sottocosta; il vantaggio si è ridotto e se non facciamo errori in strambata dovremmo poter tagliare il traguardo per primi; così valutiamo bene il punto di strambata, scendiamo abbastanza in modo da girare la boa e puntare l'arrivo in velocità; fasi concitate, ma la strambata è perfetta, ora massima velocità cercando di non perdere il controllo; ... ad un tratto vediamo quasi compromessa tutta la regata ... per  far immergere lo scafo sottovento abbiamo spostato il peso , ma una raffica ci coglie impreparati e il nostro Tiger comincia ad immergere la prua molto rapidamente; brusca poggiatona per riprendere il controllo, riusciamo a dare stabilità al nostro Tiger spostando opportunamente i pesi ... ma che brivido ... per poco non buttiamo via tutto .... ! Manteniamo la calma e puntiamo la linea d'arrivo .... la vedi la boa rossa  ? La boa rossa ?!? No ....".... è la davanti, devi lasciarla sulla destra ..."  Delirio totale ! ...  "La boa rossa non la vedo ..." C'è solo un salsiciotto, un parabordo malconcio buttato là in superficie che galleggia orizzontalmente ... " ah... quella sarebbe la boa rossa ? " Ci sono volute 8 conferme "... si è quella non ce ne sono altre... "  ... "ahaa ma allora ditelo ..."   ... ultima orzata col gennaker per prendere più abbrivio e poggiando tagliamo vittoriosi il traguardo ... grande soddisfazione per questo Palio ... una regata tiratissima ! 

Tiger - ITA 495

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