mercoledì 8 gennaio 2014

Manutenzione dell'Hobie Cat 16 (a cura di Marco Rossi)

Iniziamo questo nuovo anno con un articolo relativo alla manutenzione del Cat. più diffuso almeno nella nostra Versilia: l'Hobie Cat 16. L'articolo è un importante contributo di un nostro amico ed esperto di Hobie Cat 16 che ha ritenuto opportuno condividere sul nostro blog. Grazie Marco.
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Molto spesso una vecchia diatriba affligge i proprietari di HC16: è meglio smontare periodicamente (una volta l’anno) il catamarano o è meglio lasciarlo assemblato per sempre? Come in tutte le cose di questo mondo, i proprietari si dividono in due schieramenti che giustamente adducono le proprie ragioni; cerchiamo di analizzarle con trasparenza.


Partiamo dalla “teoria” del “sempre montato”: indubbiamente il catamarano HC16, proprio per la sua struttura meccanica, non è il massimo della rigidità ed è fuori dubbio che dopo un po’ di utilizzo, specialmente in acqua salmastra, l’ossido, che tende a formarsi nei punti di assemblaggio delle traverse, porti a creare una specie di “saldatura”dell’insieme che sicuramente contribuisce ad irrigidire il Cat. Da tutto ciò si può dedurre che, per chi non ha la necessità di doverlo smontare, potrebbe convenire lasciarlo per sempre assemblato. Attenzione! Il sale è traditore, l’ossido nelle traverse non si vede, ma silenziosamente lavora e non scordiamoci che esistono pure 4 bulloni inox che uniscono fra loro le parti in fusione di alluminio (corrente galvanica docet). Anche coloro che non vogliono disassemblare annualmente l’imbarcazione dovrebbero provvedere allo smontaggio dei quattro bulloni inox ed alla loro lubrificazione (grasso bianco al litio) per ritardare il processo di degenerazione del metallo più debole (in questo caso l’alluminio) prodotto dalla succitata “corrente galvanica”. Io penso, a questo punto, che chi ha optato per questa scelta sappia che molto spesso è una scelta irreversibile; conosco più di un proprietario di HC16 che dopo un paio di anni non è più riuscito a scomporre il catamarano ed i danni provocati dall’ossidazione, nei punti nascosti, non possono essere più quantizzati, prevenuti o riparati. Un’altra cosa da non sottovalutare è che in un “puntone” che fuoriesce dallo scavo è alloggiato un piccolo tubo che serve da “sfiato” e che logicamente non deve essere ostruito; non potendo smontare il Cat, non possiamo effettuare il controllo dello stesso.
Teoria dello “smontaggio una volta l’anno” per catamarani che navigano in acque salmastre.
Io posso assicurarvi che, dopo aver visto i danni dell’ossido, sposo in pieno questa scelta, e posso altrettanto assicurare che tale operazione, con un po’di pratica, può essere svolta da una sola persona; per rimontare il Cat 16, meglio essere in due, oppure avere due piccoli invasi per sostenere gli scafi.
Per prima cosa dobbiamo allentare con una chiave del ”17”  il “dolphinstriker”, quindi dopo aver svitato i dadi, dobbiamo sfilare i quattro bulloni inox, quindi aiutandosi con un martello di gomma (grosso) ed una tavoletta di legno duro (da interporre fra il metallo delle giunzioni ed il martello), con colpi decisi, provvediamo a scomporre le traverse “anteriore e posteriore” dai quattro “puntoni” in alluminio che fuoriescono dagli scafi. Fuoriuscite che siano, smontiamo le strutture laterali in alluminio; il Cat è scomposto. Ora dobbiamo effettuare un accurato lavaggio, con un detergente, delle parti smontate, a cui deve seguire un’altrettanto scrupolosa asciugatura. Se il metallo presentasse tracce di corrosione è buona norma proteggerlo con vernici specifiche per manufatti in alluminio. In seguito, ungiamo abbondantemente con del grasso bianco al litio, le parti che devono essere accoppiate e quindi provvediamo ad assemblare la traversa anteriore sugli scafi (non deve andare completamente giù), poi i “laterali” ed alla fine la traversa posteriore. Ora con decisi colpi di martello (martello di gomma e tavoletta di legno), spingiamo le traverse a “fondo corsa” in modo da vedere i fori di passaggio dei quattro bulloni, che dopo essere stati ingrassati, vengono infilati nelle loro sedi. Ricordiamoci di applicare in modo uniforme il grasso nei punti di giunzione, perché oltre che aiutare l’assemblaggio, svolge un’efficace azione preventiva nei confronti dell’ossidazione.

Per ultimo, ricordiamoci di mettere in tensione il “dolphinstriker”.

A questo punto ogni proprietario faccia la scelta che ritiene più logica e per qualsiasi problema non esiti a chiedere ad altri possessori di HC16.

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