sabato 12 agosto 2017

Ricordi a due scafi (Parte terza A) a cura di Guidobruno Guidi di Bagno

RICORDI A DUE SCAFI.  (Parte terza A)

Il Tornado - estasi e tormento

Brutta bestia il Tornado ragazzi. Per noi pischelli che venivamo da un catamaranuccio, proprio una brutta bestia. A cominciare dal nome, cattivo, poi la velatura, c'e ne era tanta, troppa. Poi la lunghezza le prue avevano già tagliato la linea di partenza e tu stavi ancora buttando giù i timoni . La larghezza, una esagerazione. Fra rientrare dal trapezio, fare tutte le regolazioni, passare sotto il boma che era più radente al telo di un rasoio sulla pelle, cazzare la scotta e riuscire al trapezio ci volevano minuti.
Ed intanto Lui era già ripartito a velocità folle e scalciava come un purosangue. Già perché della velocità ne vogliamo parlare? Però......... Però. Classe Olimpica. Non so se riuscite ad afferrare appieno cosa ciò significasse x  noi stra ultra appassionati di catamarani, paria nel mondo della vela " tradizionale". Era l' accettazione, la consacrazione ad un livello riconosciutamente superiore.
Leggevamo di nomi mitici che vi regatavano: Elvstrom ( ultima Olimpiade su Tornado a 60 anni !!!), Raudaschl (9 partecipazioni olimpiche !!!), i nostri Pivoli, Pirinoli e Zuccoli, l'australiano Bundock, Mitch Booth, ecc.ecc.
Non vi immaginate perciò la nostra sorpresa, dopo aver vinto il nostro primo italiano di Mattia, alla terza partecipazione, di ricevere una convocazione dalla FIV per un corso di avviamento al Tornado da tenersi a Livorno assieme ai fratelli romani Clemente secondi classificati allo stesso italiano. Non ci potevamo credere!
A Livorno con Franco Pivoli come istruttore trovammo brezze e bavette. Per noi equipaggio decisamente leggero (110 kg in due) fu una pacchia, ma sul Garda X il Tornado Torbole Trophy, dove proseguiva il corso,  fu tutta un'altra musica.
Non so se qualcuno di voi è mai stato a Torbole. Intanto, insieme a Riva del Garda vivono per la vela. 365 giorni all'anno c'è qualcuno che veleggia. Perché ciò? Per il Peler vento del nord. Dal nord arrivarono in Italia gli Unni, i Vichinghi, Annibale con i suoi elefanti, i Lanzichenecchi, Federico Barbarossa e chi più ne ha più ne metta.
Ecco il Peler è della stessa razza! Un selvaggio! Si alza la mattina e soffia, soffia, soffia fino a tirarti scemo specie se pesi 110kg in due e pretendi di domare un Tornado. Mai meno di 10 nodi più facilmente verso i 20.
All'epoca d'oro regatavano dai 90 ai più di 100 Tornado tutti insieme! e la linea di partenza era infinita. C'erano naturalmente delle gerarchie: se avevi vinto alcune olimpiadi, un po' di mondiali ed una sacchettata di europei ( i camp. Nazionali neanche contavano) potevi sperare di partire in barca giuria o giù di lì, se non avevi vinto nulla ( noi) ti toccava partire in terza fila alla boa.
A causa del vento, il percorso di regata (il famoso triangolo olimpico) era tracciato come su dei binari: da una costa all'altra di bolina, poggiare per un lasco folle, strambare poppa bordeggiata, di nuovo bolina. Per questo non vi erano bordeggi strani dovevi solo andare veloce anzi velocissimo e pregare di non trovarti in boa in un gruppo di Tornado che certe volte sembrava il gioco dello Shangai, scafi da tutte le parti, urla dei timonieri, prodieri di 100kg pronti ad acchiapparti per le sartie e ributtarti indietro.
Dopo due giorni di fatiche bestiali e scuffie inevitabili ci tocco' affrontare la dura realtà e comunicare a Pivoli ed alla FIV che non avevamo la "stazza" necessaria X il Tornado. Con enorme dispiacere.
Il Tornardo però è estasi ed ................estasi.

___________________________________

Nessun commento:

Posta un commento