martedì 11 luglio 2017

Ricordi a due scafi ... a cura di Guidobruno Guidi di Bagno

Sabato scorso,  come da programa regate,  AleAliTeam con Enrico e Daniele, di buon ora si preparano ad armare  il glorioso Tiger, un Formula 18 un pò datato ma pur sempre valido. La destinazione è infatti la regata presso lo Yachting Club Versilia a Cinquale, una buona occasione per allenarsi. E' durante i preparativi del nostro Tiger che ci accorgiamo che un signore dai modi molto garbati si avvicina  al nostro cat con grande ammirazione e un pizzico nostalgico di curiosità. E' così che facciamo conoscenza con Guidobruno, il quale di li a poco,  mentre continuiamo a controllare vele, timoni e setup, ci racconta i propri trascorsi su Tornado con le regate a Torbole e rimaniamo letteralmente affascinati. Abbiamo scoperto una grande affinità con le esperienze di Guidobruno e addirittura una certa coninuità tra passato e presente che riguarda il nostro mondo dei catamarani.

Proprio per questo abbiamo chiesto a Guidobruno di scrivere qualche articolo che raccontasse nel dettaglio un pò della sua vita sui gloriosi Tornado e i catamarani con cui ha regatato. Ringraziamo Guidobruno per il suo contributo alla nostra piccola community e chissà,  magari in una delle nostre  regate  riusciamo a coinvolgerlo con  qualche equipaggio. Buona lettura !

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Il mio nuovo ma già stimato amico Enrico, mi chiede di scrivere di alcune mie esperienze dei tanti anni passati con i catamarani. Poveretto non sa in che guaio si è cacciato. Primo perché non sono uno scrittore e secondo perché i ricordi sono vividi, indimenticabili e preziosi per chi li ha vissuti, ma non è detto lo siano per chi legge. Tant'è, siamo in ballo e se vi annoierete potete sempre smettere di leggere e mandarmi a spigolare.
Gli inizi.
Nell'estate del 1970 per i miei 14 anni papà mi regalò un'Alpa Skip. Che c'entra non ha due scafi! Vi sento già dire. Calmini che il bello viene dopo. Insomma quell'estate comincio a capire qualcosa di vela. L'anno dopo vista la crescente passione mi iscrivono al mitico Circolo Velico di Castiglione della Pescaia i cui colori ho portato in giro e difeso su vari campi di regata con molto orgoglio.
Il primo giorno mi presentano l'istruttore che era il grande Riccardo Tomassini che mi imbarcò subito sul suo FJ giallo iniziando così un sodalizio velico durato quasi 20 anni.
Nel 1972 arriva al CVCP un CATAMARANO giallo! Un Mattia 4.65. (sento un mormorio di soddisfazione...) dei fratelli miei amici Marco e Marta Giovannini.
ORRORE! Esclamarono tutti i notabili del circolo per i quali una Barca a Vela doveva avere rigorosamente uno scafo solo, una deriva o bulbo appeso sotto, andare piano ed una conclamata instabilità di forma ( poter scuffiare facilmente in parole povere).
MERAVIGLIA! Esclamai io affascinato. Come fare per averne uno? Rompere le scatole al papà. Detto fatto dopo due settimane eravamo in viaggio per Milano sotto la canicola per andarlo a ritirare prima che chiudesse la ditta Mattia e Cecco.
Li naturalmente incontrai l'ing. Enrico Contreas, visionario e geniale disegnatore di catamarani e fondatore della Mattia e Cecco. In un antro oscuro (ho questo ricordo non so perché') giacevano come appisolati due Mattia uno verde pisello ed uno con scafi grigio perla e coperta blu. Optai per il classico grigio/blu primo perché meglio si addiceva ai miei capelli biondi secondo perché temevo che il verde pisello non sarebbe stato fatto nemmeno avvicinare al mio circolo velico.
Non vi sto a descrivere l'emozione di possedere il mio primo cat, ma mi auguro che l'abbiate vissuta anche voi. C'è qualcosa di molto personale, io trovo, nella prima volta che monti ed armi il tuo catamarano. Io guardavo SMILE ( il suo nome) con riverente timore cercando di creare quel legame così speciale che unisce ogni velista alla sua barca.
DOPPIO ORRORE! Esclamarono i notabili castiglionesi all'apparizione di un secondo catamarano al circolo nello spazio di pochi giorni e diminuendo nel contempo la loro considerazione nei miei confronti. Credo valutassero anche qualche segno di forte insolazione se non proprio di pazzia in me.
AHHHHH, FINALMENTE! Esclamai io, questa volta dentro di me, per evitare possibili rappresaglie dai GMI Gruppi Monoscafisti Intolleranti.
Il seme era stato piantato, cari lettori che mi avete benevolmente seguito fin qui, e quanto sarebbe cresciuto nemmeno io lo potevo minimamente prevedere. I catamarani avrebbero rappresentato tutto per me per tanti anni a venire, mi avrebbero fatto crescere moralmente e fisicamente e mi avrebbero dato enormi soddisfazioni. L'estate '72 si trasformò in due mesi di uscite di allenamento a due ( stile Coppa America), studio delle regolazioni, scambio di barche ed equipaggi ( adoravo ciò perché ero follemente innamorato di Marta, ma questa è un'altra storia...), ricerca delle massime prestazioni. Insomma cercare di capirci qualcosa da quegli aggeggi a due scafi così misteriosi per tutti.
Oggigiorno i catamarani sono diffusissimi e se ne sa moltissimo, ma vi assicuro che negli anni '70 in Italia almeno, nessuno ne sapeva niente. L'olimpico Franco Pivoli, che sarà mio allenatore alcuni anni dopo, era il miglior timoniere di Tornado in Italia e forse l'unico esperto in catamarani.
Capimmo ben presto che le regole del gioco erano diverse, diversissime.
Stabilità di forma, velocità, vento apparente, forma delle vele, difficoltà nelle virate.
Bisognava ripartire da zero. E fare in fretta, il 1 Campionato Italiano Mattia sul lago di Bracciano era ai primi di Settembre e due mesi passano in fretta quando hai così tanta passione.
Fine prima parte.
(Prossimamente) Seconda parte: le prime regate. Tecnica e trucchi.

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