martedì 8 gennaio 2013

La partenza


A parte il caso di pochi ardimentosi, questo è il periodo dell'anno in cui abbiamo messo i nostri cat a riposo. Ma questo non vuol dire che anche questi mesi invernali non possano essere utilizzati per la nostra crescita tecnico-tattica. Ed allora in attesa di tornare a cazzare le scotte cerchiamo di tenere desta l'attenzione ed a fornire qualche spunto di riflessione e di dibattito.
Iniziamo questa serie di articoli cominciando a parlare della partenza, perchè in tutta franchezza, (oltre a quanto sempre detto che una buona partenza è già una buona parte di regata) in realtà è dall'ammainata dell’intelligenza che si percepisce come la maggior parte dei partecipanti alle nostre competizioni non è certamente costituita da assatanati regatanti.
Ed allora cominciamo con il dire una cosa alquanto evidente e cioè che i timonieri dovrebbero sapere come si sceglie un percorso di regata perché da una parte si renderebbero conto delle difficoltà che tale operazione richiede, ma principalmente perché riuscirebbero a trarre vantaggi dagli errori commessi dai comitati di regata. Non è difficile sentire nel dopo regata commenti irritati perché la linea di partenza presentava un vantaggio esagerato in boa oppure perché nel primo bordo ci sono state poche virate perché si arrivava quasi dritti in boa. Cari ragazzi, la regata non è uno sport perfetto. Vive di mille variabili, che hanno pure il difetto di non essere statiche e quindi richiedono una interpretazione in continuo divenire. Se cercate geometrie perfette su un campo di regata, forse avete sbagliato indirizzo. Vi potrebbe comunque rimanere il biliardo, non influenzato da correnti, onde, salti di vento, ecc,ecc. Pertanto si richiede un po’ di pazienza, un sano spirito di adattamento alle situazioni contingenti e saper volgere a proprio vantaggio gli eventuali errori (o scelte deliberate) del comitato. In fondo se ci si lamenta per l’errato posizionamento della linea di partenza, ce ne eravamo accorti e se non ne abbiamo approfittato siamo stai dei polli. Se chiaramente ce ne eravamo accorti ….. Se non ce ne eravamo accorti ecco alcune chiavi di lettura per riuscire a capire cosa succede intorno a noi.
Innanzi tutto c’è da sapere che la linea di partenza per la prima bolina deve essere perpendicolare alla direzione del vento e non al percorso effettivo . E questo perché  ogni punto del settore di bolina ( posizionamento boa dal punto A al punto A’) possa essere raggiunto contemporaneamente, sia che si parta da una estremità o l’altra dell’allineamento di partenza. E quindi la boa di bolina può essere posizionata in un qualunque punto sul tratto compreso tra A ed A’.


 
Questo chiaramente in teoria. Perché una variabile può essere la corrente che malgrado la linea di partenza sia perpendicolare al vento che si sente sulla barca giuria, che risulta ancorata e quindi ferma, la cui direzione è indicata dal vettore D, diverrà differente per i cat in regata che galleggiano, per i quali il vento apparente è costituito dal vettore F risultante di un triangolo vettoriale tra la direzione del vento vero D e la corrente C . Pertanto la linea di partenza, se correttamente posizionata dovrebbe essere perpendicolare al vettore F.



Questo non sempre succede. Quindi appare chiaro che decisivo per fare una buona partenza è il sapere da quale parte tagliare la linea. Occorre accertarsi quale estremità della linea di partenza è più vicina al vento. Nell'esempio che segue, un corretto posizionamento dovrebbe prevedere la boa di estremità della linea nella posizione A, ( 230°) in modo tale da creare un allineamento perpendicolare al vento che ha direzione di 320°. Se siete muniti di bussola basterà fare un rilevamento per rendersi conto che la boa di allineamento A’ è invece posizionata a 240° e immediatamente capirete qual è l’estremità più al vento.  



Ma non tutti abbiamo la bussola, ed a volte sulla linea ci sono altre barche che tolgono la visuale, ed allora potremmo utilizzare questo metodo. Navigare esattamente lungo la linea con randa cazzata a segno , e per chi ce lo ha, fiocco allascato. Quindi navigare in senso contrario senza toccare la scotta della randa . Quando la randa porta di più, l’estremità al vento è dietro di voi. 
Concludendo occorre rendersi conto della geometria. In quanto nelle partenze controvento una estremità sarà più sopravento dell’altra. La qualcosa ha una importanza notevole.
E quindi se in partenza volete regalare questi vantaggi siete veramente dei generosi. 

( argomenti tratti da : Questa è la regata di Richard Creagh-Osborne edizioni Mursia )

2 commenti:

  1. Cari amici, vedo che lo studio per migliorare le vostre performances prosegue.
    Il libro in questione è uno dei capisaldi della letteratura velica me è un tantino superato dall'avvento delle più recenti strumentazioni di bordo (bussole tattiche etc.)
    Il metodo empirico descritto in fondo all'articolo è quello dei nostri vecchi maestri ed è sempre efficace (ove devi poggiare per rimanere entro la linea di partenza quello è il punto da dove partire).
    Mi permetto di ricordare che grande importanza riveste l'uso dell'orologio per non partire in grave ritardo come spesso vedo fare durante le nostra regate e, da dirigente/giudice/regatante, consiglio un umile ripasso del significato delle bandiere di partenza ed una approfondita lettura preliminare delle istruzioni di regata.
    Last but noto least se il vento è leggero non allontanarsi mai troppo dalla linea negli ultimi cinque minuti prima della partenza se non si vuole rischiare di rimanere senza abbrivio e slancio nel momento di tagliare la linea e, nel caso, per tutti coloro dotati di fiocco usarlo per far poggiare il cat e prendere velocità.
    Spero di avere dato un piccolo contributo alla Vs. discussione
    A presto in mare
    Maurizio Tonzani

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    1. Caro Maurizio,
      ti ringraziamo per l'attenzione che manifesti nei confronti delle nostre iniziative. E' ovvio che la tecnologia va avanti ed oggi si trovano marchingegni elettronici che ti guidano.... ma pensa un pò se poi si esauriscono le batterie ..... Con le nostre iniziative vorremmo dare uno stimolo affinchè ognuno riuscisse a porre l'attenzione su tutta una miriade di sfaccettature che una volta percepite, direi quasi assaporate, fanno veramente gustare la regata per quel gioco che è e che vive di un "instabile" equilibrio tra scelte tattiche, strategiche, regolamentari e tecniche. Andare oltre quello che viene percepito dai più,ossia una mera corsa di velocità. Chiaramente in questo percorso di crescita è ben accetto il contributo di tutti quelli che hanno qualcosa da dirci.

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